«Il mio cuore si fermò». Jim Caviezel rivela un retroscena su “La Passione di Cristo”
L’attore, intervistato dal conduttore di EWTN Raymond Arroyo, ha fatto un racconto sconvolgente
di Manuela Antonacci (19 aprile 2025)
Non è la prima volta che Jim Caviezel parla delle sofferenze fisiche vissute sul set de “La passione di Cristo”, sottolineando come anche queste, insieme al ruolo che ricopriva, abbiano contribuito a cambiarlo come persona. Stavolta, però, intervistato per EWTN, ha descritto niente meno che “l’esperienza fuori dal corpo” vissuta durante l’intervento chirurgico a cuore aperto resosi necessario durante le riprese del film. «Il mio cuore si è chiuso», ha detto Jim Caviezel al conduttore di EWTN Raymond Arroyo. «Non solo, La sofferenza fisica» – sopportata durante le riprese del film del 2004 – «è stata sufficiente per uccidermi», ha dichiarato Caviezel.
(«Jim Caviezel non si è limitato a recitare: ha sofferto. Durante la scena in cui Cristo dice a Maria: "Ecco, faccio nuove tutte le cose", si è slogato una spalla e si è morso la lingua. Quel dolore, quella cruda sofferenza umana, ha reso reale quel momento. A volte, è solo attraverso una profonda sofferenza che la vera bellezza e la trasformazione possono emergere. Jim una volta mi disse di aver avuto una visione di Cristo che gli chiedeva di interpretare il ruolo. Non l'ha presa alla leggera. Nemmeno io. Questo non era solo un film. Era una chiamata. Durante questo periodo di Pasqua, ricordate: il Re non viene eletto. Viene rivelato. E Cristo... Lui è l'unico vero Re», Mel Gibson)
Ad un certo punto il suo cuore si sarebbe come spento: «I medici sono corsi nella stanza e li ho guardati, è stata un’esperienza fuori dal corpo. Ho visto tutto. Ma non tutti credono come noi crediamo»- ha affermato Caviezel. «Vedevo esattamente cosa stavano facendo, ero cosciente e ho sentito la massima pace e il massimo amore. E poi mi hanno come riportato indietro e improvvisamente ho sentito di nuovo il dolore», ha detto. Numerose sono state le esperienze di sofferenza che l’attore ha vissuto sul set incluso l’essere accidentalmente flagellato due volte, l’ intervento chirurgico a cuore aperto dopo oltre cinque mesi di ipotermia e l’essere colpito da un fulmine.
«Ero illuminato come un albero di Natale» mentre recitava il Sermone della Montagna, ha detto al Washington Examiner. Inoltre la spalla di Caviezel si è lussata mentre portava la croce durante le riprese, un dolore che ha dovuto continuare a sopportare fino alla fine del film. Ma nulla in confronto al dolore spirituale che ha dovuto sopportare durante le riprese- racconta. «Il dolore più grande che ho provato in quel film, anche più dell’ipotermia, è stato questo: in sogno ho sentito l’amore di Dio tanto potente, ma sapevo che non era abbastanza vicino. Gli ho detto: “Non sei abbastanza vicino a me e la mia preoccupazione è che il mondo non vedrà Gesù».
Tuttavia la vicinanza del Signore si è fatta sentire al momento giusto: «Quando ero sulla croce noi eravamo insieme, Lui recitava interamente la scena e la mia preghiera è stata il dargli spazio. E il dolore che ho provato è stato per tutte quelle persone nel mondo che non lo amano», ha detto in un’intervista a TBN. Un’esperienza di svuotamento e riempimento al tempo stesso, dunque, che ha attraversato Caviezel e di cui non ha fatto mistero neanche Gibson che di lui ha detto: «Ha fatto qualcosa che nessun altro ha fatto. Che cosa? Si è svuotato di sé è ha invitato qualcun altro ad entrare in lui, ovvero Cristo».
Un processo che ha guadagnato conversioni anche sul set, vissute da attori di spicco: quella di Luca Lionello, che interpretava Giuda e di Pietro Sarubbi, che interpretò Barabba. Lionello si era autoproclamato un “ateo arrabbiato”, ma prima della fine delle riprese ha chiesto di confessarsi e di battezzare i suoi figli. Sarubbi ha scritto un libro sulla sua esperienza di conversione, che è scattata dal momento in cui ha visto Gesù per la prima volta mentre viene liberato, ricoprendo il ruolo di Barabba: «Quando i nostri occhi si sono incontrati, ho sentito una sorta di ondata. Era come se stessi davvero vedendo Gesù. Non avevo mai sperimentato una cosa del genere in tutti i miei anni di recitazione», ha detto l’attore italiano.
«Un grande impatto» – ha detto a Zenit – «sentivo come se ci fosse una corrente elettrica tra di noi. Ho visto Gesù stesso e non mi vergogno a dire che durante le riprese ho avuto una conversione. Tutti gli attori che vi hanno preso parte sono cambiati dopo questa esperienza, ma ho imparato molto di più dal film che da qualsiasi conferenza».